Quello che ci metti, quello ti trovi
Tutto ciò che ho realizzato nell vita fino ad oggi, alla soglia di cinquant'anni (oddio non ci voglio pensare) l'ho costruito con le mie forze, il coraggio delle mie idee e la mia volontà granitica. Ho superato alcuni periodi difficili, anche di grande sofferenza e ho vacillato, ma non sono mai caduta.
Ho imparato sulla mia pelle, a mie spese, che non siamo qualcosa di definitivamente scontato, deciso, prestabilito. Possiamo cambiare, possiamo davvero fare virtualmente, qualunque cosa. Possiamo ricominciare più volte durante la vita, senza rinnegare ciò che è stato e concedendoci la possibilità di mettere nell'armadio ben chiuso ciò che non possiamo gestire o affrontare, ciò che ci procura una sofferenza che altrimenti condizionerebbe presente e futuro, finché non saremo pronti a liberarci del fardello, facendo ben arieggiare quell'armadio. So che in alcuni casi avrei potuto e avrei dovuto prendere decisioni diverse, ma accetto responsabilmente le mie scelte e le conseguenze, senza mai tirarmi indietro neanche per un istante.
Non sono mai stata brava a vivere su quello strato di nebbiolina sopra la realtà, con una certa distanza da tutto, soprattutto da se stessi. Detesto parlare senza dire niente, fare cose che non hanno un senso, detesto sopra ogni cosa perdere tempo. Ho vissuto tutta la gioventù con la testa tra le nuvole, ma quando si è trattato di agire, l'ho fatto senza alcuna sitazione. Tranne che in un paio di casi,in cui non sono certa siano state le scelte migliori per me, ma non mi guardo indietro e vado avanti.
Viviamo in un'epoca che si fonda su tutto ciò da cui io probabilmente fuggo da vent'anni. Le apparenze, la sufficienza, la menzogna, la mediocrità, la mercificazione di qualunque cosa, compresi i sentimenti e le emozioni.
Purtroppo una delle qualità che non possiedo è la capacità di afferrare ogni buona occasione per ottenere un vantaggio personale, forse perché possiedo quella opposta, ovvero quella di spendermi per favorire condizioni di vantaggio condivise.
Mi manca anche quella capacità, oggi pressoché indispensabile, di promuovere i miei "prodotti", ovvero ciò che ho da proporre affinché sia acquistato, come i servizi del B&B.
Ci sono già passata. Ciò che creo e che ottiene successo, è grazie alle carattristiche intrinseche, piuttosto che per la mia capacità di marketing. Ho sempre avuto una grande difficoltà a vendere tutto ciò che mi coinvolge emotivamente, personalmente. Sono invece bravissima a promuovere qualunque cosa non mi coinvolga direttamente. Sono consapevole di saper comunicare in modo efficace ciò che non coinvolge i miei sentimenti ed emozioni, riusciendo a coinvolgere quelli degli altri.... è una maledizione!
In verità con il B&B va benone, ma se fossi più scaltra e affinata nella tecnica del commercio, se riuscissi ad avere quel distacco emotivo...farei molto meglio, ne sono certa.
Posso dire a mio discapito però che sono sempre stata sola nella promozione di me stessa, del mio lavoro e di tutto ciò che ho voluto proporre al mondo. Mettici una totale negazione di qualunque tipo di strategia, modello, etc... ed ecco che le cose diventano complicate. Per fare un esempio pratico, ho una gestione degli account social relativi a Le Piracante che potremmo definire... filosofica o impressionista.... piuttosto che costruire contenuti studiati, calcolati mi scappa quasi sempre l'invio di contenuti emozionali ( per me), che catturano un momento, una luce particolare, un luogo o un'emozione..... Se penso ad un calendario editoriale, mi prude il cervello. Eppure, se dovessi farlo per un altro profilo, se fossi una social media manager (in un'altra vita però )probabilmente sarei incredibilmente precisa e scrupolosa.
Ovviamente dovrei concentrarmi solo su contenuti "utili", chiari, accattivanti, comprensibili e che invitino gli utenti ad andare oltre, fino all'acquisto... ma piuttosto che usare i principi di marketing e comunicazione aziendale secondo i canoni, uso la bellezza che mi circonda, le piccole cose quotidiane, i momenti di vita più o meno caratteristici, buffi, emozionanti. Invece di partire dal mio target di riferimento, parto da me, dal gatto o dalla foglia.... e cosi sono "fuori mercato" o almeno cosi mi sento, spesso. Se volessi darmi un tono, potrei dire "di nicchia" o "altrnativa"... ma me lo racconterei solo io con me.
Il mio narcisismo urlante mi suggerisce che cosi sono onesta, fedele alla realtà e al carattere del mio progetto,ma ormai la gente è abituata al fatto che c'é differenza tra ciò che si aspetta e ciò che ottiene, con i dovuti limiti ovviamente.
A volte penso che se riuscissi a realizzare buona parte delle idee che mi frullano in mente, credo che le cose sarebbero diverse, ma forse sono di nuovo un poco preda della smania di correre per raggiungere obiettivi più impegnativi.
Meglio ricordarsi che tutto sommato sono partita, di nuovo, da zero e mi occupo di ogni aspetto dei miei progetti, compresa la gesione "digitale", ovvero siti, social etc.
Ebbene, fuori piove e io dovrei occuparmi di faccende serie, dunque terminerò qui questa elucubrazione, che non sono certa abbia un senso compiuto.
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